La privacy degli utenti è sempre stata una priorità, ma con l’eliminazione dei cookie di terze parti all’orizzonte, stiamo assistendo a un cambiamento epocale nel mondo del marketing digitale.
Per anni, i cookie di terze parti sono stati come la bacchetta magica dei marketer: tracciamenti, targeting chirurgico, personalizzazioni da manuale. La musica sta cambiando. Safari e Firefox hanno già chiuso le porte ai cookie. Google sarà l’ultimo a spegnere la luce. La tua strategia è ancora basata su dati che presto non esisteranno più?

L’evoluzione dei Cookie e la transizione verso un futuro senza cookie
I cookie di terze parti sono stati a lungo strumenti fondamentali per tracciare il comportamento degli utenti sul web, consentendo campagne pubblicitarie mirate e personalizzate. Tuttavia, le crescenti preoccupazioni riguardo alla privacy hanno portato a una revisione critica del loro utilizzo. Browser come Safari e Firefox hanno già bloccato i cookie di terze parti, e Google Chrome prevede di eliminarli entro la fine del 2024 (sì, lo sappiamo che è un ritornello ripetuto da tempo a cui non abbiamo creduto per un po’).
E ora? Ecco cosa rischi senza i cookie:
- Targeting impreciso – Niente più tracciamenti cross-site. Il tuo pubblico si fa più vago. L’87% dei marketer teme un calo della personalizzazione.
- Attribution in crisi – Come fai a sapere chi ha convertito e perché? Il 57% degli inserzionisti non ha idea di come tracciare le performance in futuro.
- Esperienze meno “wow” – Il 73% dei clienti si aspetta personalizzazioni. Ma solo il 34% dei marketer sa come offrirle senza cookie.
Strategie per adattarsi ad un mondo cookieless
Come fare ad affrontare questo cambiamento? Quali strategie adottare? Vediamone alcune:
1. Sfruttare i dati di prima parte
I dati di prima parte, raccolti direttamente dalle interazioni degli utenti con il proprio sito o applicazione, diventano una risorsa (sempre più) inestimabile. Questi dati includono informazioni provenienti da:
- Moduli di iscrizione
- Storico degli acquisti
- Preferenze espresse dagli utenti
Implementazione: Creare incentivi per incoraggiare gli utenti a condividere volontariamente le proprie informazioni, garantendo al contempo trasparenza sull’uso dei dati.
2. Adottare il Contextual Targeting
Il contextual targeting si concentra sulla visualizzazione di annunci pertinenti basati sul contenuto della pagina che l’utente sta visitando, piuttosto che sul comportamento passato dell’utente. Questo approccio rispetta la privacy e può risultare altrettanto efficace nel coinvolgere il pubblico.
Implementazione: Collaborare con piattaforme pubblicitarie che offrono soluzioni di targeting contestuale avanzate, assicurandosi che gli annunci siano allineati al contenuto e al contesto della pagina.
3. Esplorare soluzioni alternative come la Privacy Sandbox di Google
Google sta portando avanti la Privacy Sandbox, un’iniziativa che mira a creare standard per il web che proteggano la privacy degli utenti pur supportando la pubblicità. Una delle proposte, chiamata FLoC (Federated Learning of Cohorts), raggruppa gli utenti in coorti basate su interessi simili, permettendo il targeting senza rivelare identità individuali.
Implementazione: Monitorare gli sviluppi della Privacy Sandbox e partecipare ai test per valutare come queste nuove tecnologie possano integrarsi nelle strategie di marketing esistenti.
4. Investire in tecnologie di identificazione alternative
Con la diminuzione dei cookie di terze parti, emergono nuove tecnologie per l’identificazione degli utenti, come gli identificatori deterministici e le soluzioni basate su dati aggregati. Queste tecnologie mirano a bilanciare la personalizzazione con la privacy.
Implementazione: Valutare partnership con fornitori di tecnologie che offrono soluzioni di identificazione alternative, assicurandosi che siano conformi alle normative sulla privacy.
5. Promuovere la trasparenza e ottenere il consenso esplicito
La fiducia degli utenti è basilare. Lo era anche prima, ma sembra che solo adesso ce ne stiamo rendendo conto. È essenziale essere trasparenti riguardo alla raccolta e all’uso dei dati, ottenendo il consenso esplicito degli utenti.
Implementazione: Implementare banner per i cookie chiari e intuitivi, fornendo opzioni dettagliate su quali dati vengono raccolti e per quali scopi, e garantendo che gli utenti possano facilmente gestire le proprie preferenze.
E adesso, che si fa?
Stiamo salutando i cookie di terze parti come si fa con un ex: con un po’ di malinconia, parecchie domande e la speranza che il prossimo partner (aka le nuove tecnologie) sia più rispettoso, ma altrettanto efficace.
La direzione è chiara: meno tracciamenti invasivi, più intelligenza (e trasparenza) nei dati che scegliamo di usare. Il problema è che tra Privacy Sandbox, contextual targeting e dati di prima parte, il rischio è di ritrovarsi come a una cena con troppi menù e nessuna certezza su cosa ordinare.
Riprendendo le domande chiave:
- Sei sicuro di sapere come si comportano davvero i tuoi utenti?
- Hai costruito abbastanza fiducia per chiedere loro di lasciarti i dati?
- La tua strategia può sopravvivere senza l’aiuto dell’oracolo-Cookie?
Nel dubbio, forse è il momento di rivedere le fondamenta o di cercare nuovi ingredienti per un marketing più etico, ma comunque gustoso.